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I credit manager dei fornitori degli enti del SSN sono una specie in via di estinzione? |
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Diciannove anni fa ci fu la prima cartolarizzazione effettuata da imprese fornitrici a fronte di crediti vantati nei confronti di aziende sanitarie pubbliche. Avvenne nel Lazio, ai sensi della DGR 1329/2003, prese il nome dalla società veicolo – Atlantide Finance srl – e vide aderirvi 225 imprese cedenti. Fu un successo internazionale: venne replicata sempre nel Lazio (due volte) e in altre regioni italiane (Abruzzo, Piemonte, Campania, e Sicilia, ovvero le regioni all’epoca in maggior disavanzo), e suscitò grande interesse anche in altri paesi (Germania, Benelux, Regno Unito, Francia).
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Diciannove anni fa ci fu la prima cartolarizzazione effettuata da imprese fornitrici a fronte di crediti vantati nei confronti di aziende sanitarie pubbliche. Avvenne nel Lazio, ai sensi della DGR 1329/2003, prese il nome dalla società veicolo – Atlantide Finance srl – e vide aderirvi 225 imprese cedenti. Fu un successo internazionale: venne replicata sempre nel Lazio (due volte) e in altre regioni italiane (Abruzzo, Piemonte, Campania, e Sicilia, ovvero le regioni all’epoca in maggior disavanzo), e suscitò grande interesse anche in altri paesi (Germania, Benelux, Regno Unito, Francia).
Atlantide 1 fu altresì la prima operazione di questo genere che a parità di caratteristiche ottenne lo stesso rating del soggetto “debitore” (ovvero in quel caso la Regione Lazio, che aveva garantito il pagamento del debito in questione da parte delle proprie aziende sanitarie, che all’epoca erano 19, per un importo complessivo pari a 518 milioni di euro, in 10 rate semestrali).
In precedenza, erano avvenute due cartolarizzazioni nelle quali i cd. “originators” non furono imprese private, bensì: nella prima – operazione “Cartesio” – la Regione Lazio (che cartolarizzò i propri crediti per la quota di FSN da ricevere dallo Stato), e nella seconda – operazione “CSRS” – le aziende sanitarie siciliane (che cartolarizzarono i rispettivi crediti vantati nei confronti della Regione Sicilia). Entrambe queste operazioni furono in qualche modo prodromiche ad Atlantide, perché testarono il modello nel contesto della sanità pubblica.
A conti fatti, sia Atlantide che i suoi “cloni” successivi si rivelarono efficienti soluzioni finanziarie:
- alle regioni consentirono di rimodulare le scadenze (a breve) del debito verso i fornitori secondo un profilo di ammortamento (a medio termine) più consono ai propri flussi finanziari; in altre parole, ammorbidirono l’impatto dei debiti accumulati sul fabbisogno di cassa, rateizzandone nel medio periodo il pagamento e contenendone il costo finanziario;
- alle imprese fornitrici consentirono di vendere pro-soluto tutti i crediti per fatture emesse verso le aziende sanitarie delle regioni in questione fino a una certa data – ad esempio, Atlantide 1,2,3 permisero di smobilizzare crediti per complessivamente 2,3 miliardi di euro e di portare l’indice DSO medio nel Lazio da 664 a 150 giorni – a costi inferiori all’1% del capitale e dunque a condizioni competitive rispetto a soluzioni alternative e più tradizionali.
Verso la fine del primo decennio degli anni duemila, l’allora Ministro delle Finanze Giulio Tremonti – preoccupato che la trasformazione dei debiti sanitari teoricamente correnti da parte di aziende sanitarie in debiti di medio-lungo periodo da parte delle regioni annullasse le misure adottate per la convergenza dell’Italia verso i parametri di Maastricht – introdusse una norma che, impedendo alle regioni di rilasciare garanzie sui debiti delle rispettive aziende sanitarie (condizione questa affinché i titoli potessero emessi con il rating delle regioni il che a sua volta comportava un minor rischio per gli investitori e al contempo un minore costo per gli originators), di fatto pose fine alle cartolarizzazioni di crediti originate da imprese fornitrici del SSN in Italia.
Poi, con l’avvento della grande crisi finanziaria occidentale, il concetto stesso di cartolarizzazione fu stigmatizzato, in quanto strumento di ingegneria finanziaria, e di conseguenza si registrò una generale drastica riduzione di queste operazioni in tutta Europa.
Successivamente, con l’entrata in vigore del Dlgs n.192/2012, che – recependo la direttiva n.2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardati pagamenti nelle transazioni commerciali – rese più oneroso e meno aleatorio l’obbligo di rispetto dei tempi di pagamento, e dei successivi decreti n.35/2013 e n.66/2014, che misero a disposizione delle Regioni importanti fondi dedicati, il fenomeno dei ritardati pagamenti calò sensibilmente di intensità.
In questo quadro e con tali antecedenti, nel 2014 operatori e legislatori hanno convenuto sulla necessità di rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni in Europa, in modo sicuro e sostenibile. Nel 2015 la Commissione Europea ha quindi proposto un nuovo regolamento sulle cartolarizzazioni, dando avvio a un iter istituzionale tra il Parlamento europeo e il Consiglio che poi si è concluso nel 2017 con l’uscita del regolamento (UE) 2017/2402 4 ("regolamento sulle cartolarizzazioni") e del regolamento (UE) 2017/2401 (che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento), entrati in applicazione il 1º gennaio 2019.
Oggi, come detto, i tempi medi di pagamento delle forniture sanitarie sono certamente molto meno ritardati di quanto non fossero fino a dieci anni fa; peraltro, grazie all’avvenuta digitalizzazione dei processi di fatturazione attiva e passiva, questi ultimi sono oggi altrettanto certamente più trasparenti ed efficienti; l’insieme di queste due componenti potrebbero far tornare strumenti come le cartolarizzazioni utili e sostenibili in quelle regioni che sono meno in equilibrio delle altre. Questo, parametri di Maastricht permettendo.
Paolo Gazzaniga
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Che probabilità ci sono che il Governo italiano chieda alla UE di prolungare ancora l’esperienza “temporanea*” di questo regime?
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Che probabilità ci sono che il Governo italiano chieda alla UE di prolungare ancora l’esperienza “temporanea*” di questo regime?
Proviamo a fare una riflessione, articolo di Giuseppe Lunetta.
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